Dott.ssa Katrin Di Lorenzo
Psicologa – Psicoterapeuta
Prime cotte adolescenziali: come gestirle?
Vostro figlio è alle prese con il primo batticuore? Ecco come stargli accanto in questo delicato momento
Vostro figlio arriva a casa, non saluta, sbatte lo zaino a terra e si rifugia in camera sua, dove accende la sua playlist preferita a tutto volume. Non lo vedete riemergere per ore, salvo fare capolino con un’aria abbattuta solo a ora di cena.
Se vi suona familiare, è perché siete alle prese con un figlio adolescente. Peggio ancora, alle prese con i primi batticuore, e relative delusioni. Già, perché l’adolescenza è l’età in cui tutto corre veloce: gli ormoni nel sangue, il sangue al cuore.
Ci vuole un attimo a innamorarsi, molto di più a smaltire la botta se l’amore non è ricambiato.
E noi genitori che possiamo fare? Spesso rimaniamo impassibili a osservare da fuori, indecisi se intrometterci e dispensare consigli di certo non richiesti e mal recepiti oppure se stare in disparte a vedere il pezzo del nostro cuore soffrire per amore.
Esiste un modo giusto per stare accanto ai figli alle prese con le prime cotte adolescenziali? Lo abbiamo chiesto alla dottoressa Katrin Di Lorenzo, psicologa, psicoterapeuta e psicodiagnosta in età evolutiva. Ecco cosa abbiamo scoperto.
La prima cotta: perché è così intensa?
«Nella prima cotta preadolescenti e adolescenti sperimentano un’unione totale, unica e fusionale. Siamo davanti a giovani individui non ancora adulti e autonomi; l’innamoramento e l’unione con l’altro compensa le parti immature e la ricerca di riconoscimento che a quest’età è molto importante.
Nell’unione adolescenziale esiste solo il “noi” e questa fusione distoglie l’interesse dalla famiglia, dalla scuola e da altri ambiti; parallelamente le delusioni amorose o le interruzioni delle relazioni paiono ai ragazzi estremamente dolorose e impossibili da superare, proprio perché tutto era stato annullato in funzione di quel “noi”.
Attraverso l’unione con l’altro i ragazzi sperimentano per la prima volta l’affettività fuori dai legami familiari e questa esperienza diventa un modo per affermare se stessi come “Altro” rispetto ai genitori e a loro bambini. Le cotte e l’innamoramento adolescenziale sono tappe evolutive necessarie e importantissime nel percorso di vita che porta all’età adulta».
Viene vissuta diversamente tra maschi e femmine? Se sì, perché?
«La differenza non è nel sentimento o nella sua intensità, piuttosto semplicemente nel modo in cui questo è raccontato o vissuto: le ragazze possono tra loro avere modalità differenti dai maschi (più condivisione con le amiche, magari), ma non ci sono differenze di genere quando ci si innamora».
Vi è un’età media della prima cotta? Qual è?
«Si possono avere cotte anche alla scuola materna, si prova un affetto particolare per il bambino che ci sta più simpatico e con cui ci sentiamo più a nostro agio, ma l’innamoramento più simile a quello degli adulti e che comprende anche la sfera della sessualità si ha in preadolescenza/adolescenza.
L’amore e la relazione amorosa assumono le caratteristiche proprie dell’età in cui avvengono: a 12 anni si può vivere la coppia in modo diverso dai 16 anni, a seconda delle libertà, dei desideri e dei contenuti propri di ogni momento evolutivo».
Genitori di figli adolescenti: qual è l’atteggiamento giusto da tenere? Meglio essere amichevoli e confidenziali o distaccati e rigorosi?
«Spesso i genitori si spaventano davanti all’innamoramento dei figli, fino a essere quasi infastiditi dalla nuova cotta. Il loro bambino lascia il posto a un individuo sempre più indipendente che prova interesse verso una persona esterna al nucleo familiare. I genitori possono vedere in modo negativo il nuovo partner e considerarlo un rivale che distoglie l’affetto del figlio/a da loro.
È giusto che i genitori rispettino questa fondamentale tappa evolutiva e diano valore al sentimento che i ragazzi provano, restando consapevoli che si tratta di un rapporto ancora distante dall’innamoramento dell’età adulta.
Un eccesso di rigore e limite dato ai figli può far allontanare i ragazzi che non si sentiranno compresi. Vietare di uscire o dare orari e restrizioni troppo limitanti saranno vissute come fonte di conflitto dai figli. Le regole e gli orari rimangono in questa fase evolutiva un limite importante, ma i genitori devono anche tener presente delle nuove esigenze dei figli: se la fidanzata di nostro figlio può uscire solo il venerdì e noi eravamo abituati che nostro figlio uscisse solo la domenica, sarà utile trovare un compromesso che gli permetta di vedere la sua ragazza, ma che sia sempre all’interno di regole stabilite dai genitori; per esempio, si stabiliscono orari precisi e si comunica che prima di uscire deve aver terminato i compiti per il sabato.
Anche un atteggiamento eccessivamente amichevole può non essere adeguato. Come nelle altre nuove esperienze in periodo adolescenziale, i ragazzi hanno bisogno di avere un confine, un limite e un punto di riferimento. Questi aspetti non possono ritrovarsi in un amico, ma in una figura adulta autorevole e stimata».
I genitori soffrono se il figlio soffre: quanto minimizzare il suo dolore (“Ma sì, vedrai che passa…”) o quanto empatizzare?
«Veder soffrire i propri figli è sempre doloroso e lo stesso vale per le prime delusioni d’amore, che hanno la caratteristica dell’unione totale, la quale causa un gran dolore a seguito della sua rottura. I genitori non devono sminuire o minimizzare quanto provato dai figli o i contenuti e le caratteristiche della giovane storia d’amore (“Non eravate davvero fidanzati, siete piccoli, non è amore vero, non è una cosa così grave”…).
Invece, devono empatizzare con i figli, comprendere quanto stanno soffrendo e far sentire ai ragazzi la loro vicinanza emotiva (“Vedrai che anche se ora soffri andrà tutto bene, ci sono passato anche io alla tua età, se hai bisogno sai che ci sono”…).
Anche i genitori possono sentirsi disorientati e soli davanti a un individuo che non è più il bambino che ha bisogno di loro per qualsiasi cosa, ma una persona sempre più autonoma che prova amore e affetto verso un membro al di fuori della sua famiglia».
Quanto del primo amore rimane impresso nel modo di amare a venire?
«L’innamoramento adolescenziale rende fragili e vulnerabili: ci si apre all’altro in modo totale e si dà quindi al partner la potenziale capacità di ferire enormemente. Aspetti o parti dell’amore adolescenziale possono rimanere anche nel comportamento adulto e dare origine a relazioni “malate” di eccessiva dipendenza in cui uno dei due scompare nell’unione fusionale con l’altro».
Quindi, come fare a scongiurare un modo di amare da adulti troppo scompensato?
«I motivi di un amore malato possono essere molteplici e vanno ricercati nella storia e nelle relazioni primarie di ogni individuo. Ecco che i genitori possono aiutare i figli avendo fin da piccoli fiducia in loro, incoraggiandoli, accogliendo le loro fragilità e aiutandoli così a costruire una struttura di personalità adulta forte ed equilibrata, in modo che anche nella relazione con l’altro possano sperimentare e sviluppare un legame sano e buono. La buona comunicazione, fondamentale durante l’adolescenza, deve essere stata costruita dall’infanzia sulla base della fiducia, della stima e dell’affetto provato».
Dopo la teoria, passiamo alla pratica: abbiamo chiesto alla dottoressa Di Lorenzo di darci qualche consiglio pratico in pillole per stare vicino nel modo corretto al proprio figlio alle prese con la prima cotta (sia corrisposta che no). Nella nostra gallery, i suoi suggerimenti.
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